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Come una vertebra l’una sopra l’altra, eventi, persone e fatti, si susseguono lungo il tracciato della storia, influendo sul nostro modo di pensare, di comportarci e di guardare al mondo, ovvero, costruendo “la nostra colonna vertebrale”.

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Truffaut e il suo enfant sauvage

Pubblicato da Matteo On 06:35

Se qualcuno mi chiedesse perché sto scrivendo questo articolo, non saprei se rispondergli "per suggerire un ottimo film" o "per l'interesse storico-medico della storia che c'è dietro"!
Un grande film, girato da uno dei più grandi registi di sempre, che parla di una storia unica e del tutto particolare nella tradizione della medicina. Truffaut, narra la storia del medico Jean Marc Gaspard Itard e del suo "enfant sauvage", pon

La trama si evolve in questo modo:endo al centro dell'attenzione i metodi educativi, di stampo sensista.
In Francia, nel 1800, un gruppo di cacciatori trova nella foresta un bambino che non è in grado di parlare e agisce come un animale. Al ragazzo era stata diagnosticata un'idiozia congenita, inaccettabile per Itard che dimostrò come spesso le deficienze mentali non sono innate ma derivano dalla mancanza di socializzazione.Dopo 6 anni di continuo lavoro il medico si rassegna al fatto che il ragazzo non riuscirà mai ad apprendere il linguaggio umano, dato che fino all'età di undici anni nessuno gli aveva mai parlato, ma otterrà ugualmente enormi e significativi progressi nell'educazione del ragazzo e nel suo "riadattamento" ad una vita in società, anche grazie all'aiuto della Governante Madame Guerin.
Non pensate però che il film sia un elogio della pedagogia e dei metodi con cui questa viene utilizzata per la "civilizzazione" del selvaggio, piuttosto esso si pone come un impietosa critica verso essi. Dietro a una puntigliosa ricostruzione degli eventi storici, infatti, si cela un film poetico che nasce dalla grande sensibilità e dall'amore per l'infanzia. Essere razionali, civilizzati e comportarsi secondo standard sociali ben definiti, non è sinonimo di felicità e, tanto meno, di "superiorità", in quanto solamente chi riesce a essere libero, a sentirsi libero, e a comportarsi di conseguenza può realmente definirsi superiore. Viene, infatti, posto l'accento su come l'umore del giovane selvaggio, diventi molto più cupo di pari passo con l'accrescimento delle sue conoscenze e su come una volta spenta quella fiamma, che rappresenta la nostra innocenza e libertà, questa sia difficile se non impossibile da riaccendere.
Il caso di Victor de l'Aveyron ha molti precedenti storici, per esempio: il bambino-lupo della Hesse (1344); il bambino-orso di Lituania (1661); il bambino-pecora di Bamberg (verso il 1680); la bambina-scrofa di Salzburg; Amala e Kamala, indiani trovati tra i lupi quando avevano 2 e 8 anni.

Un piccolo ma significativo, spezzone del film:

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