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Come una vertebra l’una sopra l’altra, eventi, persone e fatti, si susseguono lungo il tracciato della storia, influendo sul nostro modo di pensare, di comportarci e di guardare al mondo, ovvero, costruendo “la nostra colonna vertebrale”.

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Pubblicato da Matteo On 11:30 0 commenti

Sua maestà anatomica

Giovan Battista Morgagni, padre dell’anatomia patologica moderna e brillante anatomico.

A lui è dedicato il viale che porta all’ospedale di Careggi, intorno e dentro al quale noi studenti di medicina dell’università di Firenze viviamo la nostra “vita universitaria”, a lui voglio dedicare qualche riga su questo blog.

Mente brillante fin da giovane, già a 14 anni viene accettato all’Accademia dei Filergiti, che ha sede a Forlì, dove è nato nel 1682. A 16 anni inizia gli studi universitari a Bologna, laureandosi nel 1701 in Medicina e Filosofia.

Nel 1711 arriva la cattedra dell’Università di Bologna, prima in medicina teorica, poi in anatomia, che mantenne fino alla morte.

Il metodo sperimentale guidò a pieno la conduzione dei suoi studi autoptici, raccogliendo trionfi sia in campo anatomico (la Natio Germanica lo definì Anatomicorum totius Europae Princeps) che in campo anatomo-patologico, nonostante la vera e propria “caccia al cadavere” dovuta alla concorrenza di altri grandi studiosi del tempo.

In particolare le ricerche anatomo-patologiche, raccolte nel De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis del 1761, segnarono l’inizio della patologia d’organo e la fine dell’umoralismo, che dominava le scienze mediche dai tempi di Ippocrate.

Durante la sua vita fu membro, se non presidente, di moltissime accademie scientifiche italiane e straniere, fra cui la Royal Society.

Uno storico della medicina ottocentesco della medicina, Francesco Puccinotti, asseriva:

"... se tutte le scoperte anatomiche fatte da lui dovessero portare il suo nome, forse un terzo delle parti del corpo umano, si nominerebbe da lui...".

Non ho ancora iniziato il secondo anno di Medicina e di conseguenza non posso comprendere a pieno l’importanza delle sue scoperte, ma, nonostante ciò, mi sento catturato dall’incredibile vastità della sua opera e ritengo che tutti noi studenti di medicina dovremo sentirci ispirati da questo incomparabile uomo di scienza.

Matteo Gironi

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